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Gli interessi di mora "automatici": ratio legis ed implicazioni di bilancio e fiscali.
in Rivista dei Dottori Commercialisti, Giuffrè, n. 2/2003

  

L'introduzione dell'"automaticità", per legge, della maturazione degli interessi di mora e l'impossibilità di derogarvi se non qualora non si ravvisi un ingiusto danno in capo al creditore, ha delle implicazioni computistiche e contabili non certo indifferenti. Si dovrà cioè monitorare che tutti gli incassi ed i pagamenti avvengano alle scadenze stabilite ed in caso contrario provvedere all'imputazione all'esercizio degli interessi di mora, rispettivamente, attivi e passivi. Conseguentemente, nel bilancio di esercizio gli stessi dovranno risultare correttamente classificati e valutati, nonché chiaramente rappresentati. Ancora, particolare attenzione dovrà essere posta al momento del pagamento del credito/debito principale dato che questo, nel silenzo delle parti, deve essere prima imputato agli interessi e poi al capitale e pertanto, qualora non fosse sufficiente a estinguere entrambi, condurrà alla maturazione di ulteriori interessi di mora sul credito/debito pricipale residuo.
Nel momento in cui tutto ciò non avvenisse il bilancio di esercizio sarebbe inequivocabilmente contrario al disposto normativo di cui all'art. 2423 e segg. del c.c. (sugli amministratori e sui sindaci graverebbero quindi le conseguenti responsabilità) e rilevanti conseguenze fiscali insorgerebbero in sede di accertamento (rettifiche in aumento del reddito imponibile per mancata imputazione all'esercizio degli interessi di mora maturati nello stesso, ecc.).

Assegni bancari: errori frequenti in bilancio.
in Amministrazione & Finanza, IPSOA, n. 14/2002

  

Gli assegni bancari devono essere classificati in bilancio nella voce "Assegni" e valutati al presumibile valore di realizzo. Un improprio trattamento contabile potrebbe condurre ad una loro errata valutazione e classificazione e quindi alla redazione di un bilancio d'esercizio non "chiaro, veritiero e corretto".

Rivalutazione del TFR: come rilevare l'imposta sostitutiva.
in Amministrazione & Finanza, IPSOA, n. 8/2002

  

L'imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR introdotta dall'art. 11 del D.Lgs. n. 47/2000 è totalmente a carico del dipendente e deve essere imputata a riduzione del debito per Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato successivamente all'imputazione allo stesso del costo, al "lordo" di detta imposta, maturato a tale titolo nell'anno.

La ricevuta bancaria: contabilizzazione, valutazione e classificazione.
in Amministrazione & Finanza, IPSOA, n. 1/2002

  

La natura giuridica della ricevuta bancaria e delle operaizoni ad essa connesse deve essere tenuta in debito conto ai fini della loro contabilizzazione. In caso contrario si giungerebbe alla redazione di un bilancio di esercizio non "chiaro, veritiero e corretto".


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